Cose da fare a Torino: alla scoperta degli ex quartieri a luci rosse.
Nel 1855, il Regno di Sardegna infrange un tabù: instituisce il monopolio di stato sul meretricio. Direttamente gestisce e trae profitto economico dallo sfruttamento degli esseri umani.La prostituta entra fa parte dell’immaginario femminile quanto la moglie, la madre, l’amante, la bracciante, l’operaia di filanda, la mondina. Durante l’epoca delle case di tolleranza (1855 – 1958), la prostituta ‘statale’ entra a far parte del sistema economico capitalista.
Dopo la seconda guerra mondiale le case di tolleranza divennero campo di battaglia politica fra Democristiani, Comunisti e Socialisti. Ma il dibattito sulla legge Merlin rappresentò soprattutto un momento di riflessione per le persone comuni. Ecco che le case di tolleranza si intrecciano sia alla storia d’Italia, sia alla la storia dei costumi.
Torino ha vissuto l’epoca del meretricio tollerato dallo Stato in maniera originale. Nella capitale sabauda, infatti, non è mai stato definito un distretto a luci rosse: ogni quartiere aveva una zona dei bordelli che si rivolgeva alla ‘clientela locale.
Il Tour si snoda attraverso i luoghi legati alla prostituzione controllata dallo stato. Il racconto illustra le norme giuridiche (dai primi regolamenti dei duchi di Savoia, all’introduzione dei bordelli di stato ad opera di Cavour, la prima legge sulla prostituzione dell’Italia unita firmata da Crispi), le abitudini dei clienti, il ruolo fondamentale delle tenutarie, le peculiarità dei bordelli a seconda della zona in cui erano ubicati.
Un tour originale, che fa riflettere su un mondo ormai scomparso, liberamente ispirato al libro ‘Bordelli Torinesi’ di Massimo Centini (ed. Il Punto – Piemonte in Bancarella). Il prof. Massimo Centini partecipa al tour come ospite narrante attraverso le pagine del suo libro.